Volevamo spiegare perchè è importante ampliare la base sociale ed incrementare le donazioni di sangue ed abbiamo pensato che il concetto era già stato esposto con estrema chiarezza dal presidente regionale Luciano Franchi nell’articolo che qui proponiamo.
“Le donazioni di sangue dell’Avis, a livello regionale, durante il mese di agosto 2011 hanno registrato un ulteriore incremento del 3,61%, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Ma crescono, di circa il 5% anche i consumi. E, crescono in misura più elevata delle donazioni.
Come sempre, in situazioni complesse come queste, ove ci sono pluralità di elementi e fattori, il motivo non è unico. Emergono, tuttavia, dati molto interessanti sui quali vale la pena di spendere qualche abbozzo di ragionamento:
1) il 10,53% di pazienti che accedono alle strutture ospedaliere toscane provengono da altre Regioni italiane o, addirittura, dall’estero;
2) sono stati modificati i protocolli per gli interventi chemioterapici, prevedendo un maggior supporto trasfusionale;
3) sono stati realizzati, o sono in via di realizzazione, nuovi reparti di alta chirurgia in numerosi ospedali toscani.
Ciò conferma che la sanità toscana è di livello tale da provocare mobilità sanitaria intorno a quei centri di eccellenza per la cura di alcune patologie importanti. Quindi, una crescente mobilità sanitaria intorno a centri che adottano tecniche di cura avanzata che, già per la natura stessa del loro ambito di operatività, richiedono ingenti quantitativi di sangue e plasma. Un esempio per tutti è quello dei trapianti, anche se non l’unico.
Anche alla luce di questa tendenza, diviene ancor più importante oggi migliorare e rivedere i meccanismi di compensazione tra regioni. Ciò porta necessariamente a rivedere il concetto di autosufficienza regionale di sangue e plasma. Mentre in passato si è ragionato su quanto fosse errato considerare raggiunto l’obiettivo con l’autosufficienza di ogni singola azienda sanitaria, ora occorrerà ragionare su come il sistema sanitario regionale sia diventato interdipendente con quello nazionale e di come sia superato anche quest’ultimo riferimento. Tutte le Regioni d’Italia dovranno raggiungere un uguale indice di donazioni per 1000 abitanti in modo eguale.
Non dovrà più essere possibile, come avviene ora in alcune Regioni, interrompere la raccolta di sangue, e limitarla a quella del plasma, unicamente perchè i bisogni interni sono soddisfatti. (E molte volte il raggiungimento dell’autosufficienza viene ottenuto perchè non ci sono consumi, non c’è capacità attrattiva per i centri di cura su quella determinata area geografica perchè non ci sono centri di eccellenza). Nel mentre, altre Regioni come la Toscana, vivono ormai da parecchi mesi una carenza continua, ormai strutturale.
L’augurio è che, in un’ottica continua di progresso e di miglioramento per il sistema sanitario, vengano intraprese tutte quelle azioni volte a facilitare l’accoglienza del donatore – come ad esempio il prolungamento dell’orario di apertura dei Centri Trasfusionali – e così incoraggiare le persone al gesto della donazione di sangue, ma anche che venga iniziato un percorso di rielaborazione del concetto di autosufficienza tra tutti gli assessori regionali alla sanità.”
Luciano Franchi
Presidente Avis Toscana