Per l’OMS è emergenza sanitaria internazionale. Dall’inizio dell’epidemia, solo in Europa sono quasi 10mila i casi confermati, di cui 407 in Italia. Una situazione che richiede specifiche misure di prevenzione a tutela di donatori e pazienti
Un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Così l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha definito l’epidemia di vaiolo delle scimmie (il virus Monkeypox, MPX) scoppiata a inizio maggio. Uno scenario che, inevitabilmente, si ripercuote anche sui sistemi trasfusionali degli Stati interessati.
Secondo l’ECDC (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), nei 27 Paesi dell’area UE i casi registrati sono 9.697, di cui 407 solo in Italia. Se ci si allarga alla regione europea dell’OMS (che oltre all’intero continente comprende anche Russia, Israele, Turchia e Kazakhstan) il numero sale fino a 12.761 (l’ultimo aggiornamento è al 26 luglio 2022). Sempre l’ECDC informa che:
- non sono mai stati documentati casi di trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie attraverso SoHO (sostanze di origine umana con cui si intendono sangue, tessuti, cellule e organi);
- sono stati segnalati casi di trasmissione del virus da madre a figlio durante la gravidanza e studi sugli animali mostrano la presenza di virus nel sangue, nei tessuti e negli organi di animali infetti;
- è stata dimostrata l’esistenza di viremia;
- la durata della viremia non è chiara e non ci sono dati sulla viremia nei pazienti asintomatici (compreso durante il periodo di incubazione)
Tuttavia, con i casi in costante aumento e nonostante le informazioni siano limitate, non è possibile escludere che il vaiolo sia trasmissibile attraverso SoHo, pur considerando basso il rischio per chi si trova nell’area UE. Proprio per questi motivi le raccomandazioni rivolte ai donatori prevedono di:
- rafforzare l’anamnesi sul donatore prestando particolare attenzione a contatti stretti con casi umani di MPX (confermati o sospetti), a contatti con animali infetti o a recenti viaggi in aree affette da casi autoctoni confermati di MPX;
- applicare il criterio di sospensione temporanea di 21 giorni, dall’ultimo giorno di esposizione, per i donatori con anamnesi per contatto stretto con casi confermati o sospetti di MPX;
- atteso che lo stadio prodromico di MPX varia in durata (1–4 giorni) e i sintomi possono essere aspecifici e lievi o assenti, eseguireun attento esame per eventuali segni di infezione anche dopo la scadenza del periodo di differimento (almeno 21 giorni dall’ultimo giorno di esposizione). L’esame non deve trascurare sintomi lievi e non specifici come mal di testa o affaticamento o lesioni cutanee anogenitali.
Secondo l’OMS il rischio è considerato elevato in Europa a causa della segnalazione di un focolaio geograficamente diffuso che ha coinvolto diversi Paesi, nonché di una manifestazione clinica dei casi alquanto atipica. In altre regioni della WHO, il rischio è considerato moderato tenendo conto dei modelli epidemiologici, del possibile rischio di importazione di casi e delle capacità di rilevare i casi e rispondere all’epidemia.
Qui sotto: la mappa pubblicata dall’ECDC con la distribuzione dei casi confermati di vaiolo delle scimmie nei Paesi dell’area UE